30 giugno 2008

WALL-E Film futuro su un futuro molto presente


WALL-E - Some Of Us Are Better Now Because We Have Been Broken, We Have Fallen Apart, And We Have Been Repaired So Many Times In Our Past

Sometimes we learn to repair ourselves.Sometimes it takes external forces to repair us.

I didn't expect to cry while watching Pixar's new film "WALL-E" today, but I did a couple times. Pixar continues to keep making great films. I give it 5 out of 5 stars.


Here are some of the ideas I implied from watching it:

- We're defined by the memories we keep and the memories we share with others.

- Some of our greatest assets are the memories we save and share.

- Some of the best parts of us are things we have not created by ourselves.

- Some of the best parts of us are the quality recycled parts of others that we've gathered along the way and incorporated into ourselves.

- You could live in the best place in the universe, but if you are alone, you are alone.

- You could live in the worst place in the universe, but if you are with others working with you, you can create the best of worlds.

- We are defined by who we've allowed to hold our hand.

- We are defined by those who have chosen to stay beside us during difficult times.


For many of us, our primary directive is not simply to pursue promoting a purpose or a place, but also to promote the pleasures of people close to us and in our community.

Stepping back and looking at the broader metaphors and themes of the primary characters in this story:

Wall-E was a robot programmed and built to gather everyone else's garbage by consuming it, taking it inside himself, then compacting it into a smaller box. With such a narrow build design and purpose, most, if not all of the other Wall-E robots fell apart and ceased to exist. Seeing the arc of their existence as simple garbage collectors who then shaped their refuse blocks in to orderly piles and walls (hence the name "Wall-E"), the Wall-E droids eventually died off as they stayed within their initially programmed purpose and did not learn to adapt and repair themselves.

Wall-E, at some point in his existence, took on broader purposes and followed his curiosities, becoming a collector of the best parts of whatever he admired in what others had thrown away or left behind. He found value in what others considered worthless and disposable. And instead of following his programmed directives and crushing everything he encountered into smaller boxes for disposal, he decided to separate out and save any items he encountered that showed signs of caring and ingenuity.

Instead of simply gathering and breaking things down into smaller and uniform boxes to fashion larger groups of boxes and boundaries, the cognitive breakthrough Wall-E discovered was this: He could do more than simply box and compartmentalize. Instead of simply following his basic
programming, he instead taught himself how to filter and preserve. He taught himself how to create new and functional items from what others considered to be old and disposable.

In a world of loneliness, he became a preserver of the best qualities of cleverness, engineering, resilience, and love. He collected fire, color, song, self-growing plants, indominable bugs, costumes, shiny objects, puzzles, dance, imagery, and everything else that might someday help others to recreate a new and beautiful world out of the world he knew was dying around him . . .

. . .a world he knew he could not rebuild better alone and on his own.

Wall-E realized he too would crumble and become disposed if he did not regularly re-create parts of himself, protect himself, and protect the best parts of others he discovered along the way.

Eve, a clear representation of feminine intelligence, power, determination, investigativeness, nurturing, and creation, comes along looking for signs of healthy and natural life. When she finds it, she takes it inside herself, protects it inside of her with a hardened and narrow resolve, like an egg shell around a growing embryo.

The intelligence of both characters is revealed as they adapt to the needs of everyone around them and take on more and broader purposes than the simpler and basic purposes for which they were originally programmed and designed.

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© All rights reserved by the respective artists.

29 giugno 2008

" adesso danza in pace, Rudy "

Le spoglie del grande ballerino tartaro inumate nel cimitero russo ortodosso di Sainte Genevie' ve des Bois. Lacrime, fiori e il Gotha degli artisti per le esequie di Nureyev

Sono giorni che piove a Parigi, ma ieri verso mezzogiorno il cielo si e' un po' schiarito e ha elargito un fiacco raggio di sole sul cimitero Notre Dame de l' Assomption, a Sainte Genevie' ve des Bois, dove e' stato sepolto Rudolf Nureyev.

Il danzatore tartaro, considerato da molti il piu' grande ballerino di questo secolo, aveva 54 anni. La sua morte e' stata attribuita, con circospetto linguaggio medico, a una complicazione cardiaca provocata da una grave malattia. Ma ormai tutti sanno che la grave malattia era l' Aids e che e' stato l' Aids a minare e a demolire definitivamente negli ultimi mesi la sua grande tempra fisica, il suo spirito e il suo genio. Il camposanto dove riposa e' un cimitero russo ortodosso nella banlieu meridionale di Parigi, tre quarti d' ora in macchina dalla capitale, a Sainte Genevie' ve des Bois, una citta' dormitorio come tante altre, piatta, grigia, anonima.
Nureyev lo ha scelto perche' vi ha accomodato molti esuli russi fuggiti dopo il ' 17 e dopo le purghe staliniane. E' stata l' ultima decisione con cui ha voluto punire, non il suo Paese che amava moltissimo, ma un sistema politico che lo aveva costretto alla fuga, nel ' 61, e riammesso soltanto dopo 28 anni di esilio in Occidente, con debole gesto riparatore. La sua ultima dimora avrebbe dovuto essere, di diritto, il Pe' re Lachaise, nel cuore dell' adorata Parigi: perche' nel suo melmoso sotterraneo si incontrano e si mescolano le ossa e gli spiriti dei piu' grandi della Terra. La sua compagnia, al cimitero di Sainte Genevie' ve, e' piu' modesta. E' vero: a pochi passi c' e' la tomba del grande coreografo e suo conterraneo Lifar, un cippo di marmo nero sormontato dalla croce ortodossa, su cui sta semplicemente scritto "Serge Lifar, de Kiev, 1904 1986". E poi, qui e la' ,
i resti di ballerini e ballerine, come una signora V.A. Tre' filova, o come il maestro di ballo Volynine, che era stato partner della favolosa Anna Pavlova. Circa settemila tombe in cui riposano anche i cosacchi dello Zar Nicola II e il principe Youssoupoff, nemico di Rasputin, e il Granduca Gabriele Romanoff.

Il cimitero, dietro l' arcano gioiello della chiesa, e' bello e ben curato. Non sono stati lesinati, qui, soldi per i cari estinti, i cui nomi hanno radici russe, ebraiche, polacche, greche, italiane. Il vento muove i cipressi e i pini, ma anche le betulle, che l' inverno ha spogliato e svettano alte come colli di giraffa: Nureyev non e' mai riuscito a dimenticarle perche' erano l' immagine piu' dolente della sua terra e avevano messo le radici nell' humus della sua nostalgia. Il convoglio funebre giunge nel cimitero poco prima di mezzogiorno. La cassa di legno di noce viene portata a braccia sulla tomba e vi viene calata con una manovra che ha tutti i segni del rispetto e della dolcezza. Poi comincia la processione della gente che vuol dare al ballerino l' ultimo contributo di riconoscenza e d' amore. Un grosso signore sta li' ai lati con un vaso di terra in mano e un cucchiaio. Un altro offre fiori . rose e gladioli bianchi . alla coda che sfila davanti alla fossa. E cosi' , sul corpo di Rudy immobilizzato per l' eternita' , cade una neve leggera di fiori e cucchiaiate di terra.

La sfilata e' aperta dalle due sorelle e dai nipoti, certamente consci dell' enorme popolarita' del loro congiunto: ma forse schiacciati, nel momento, da questo mondo di artisti e celebrita' che gli gravita addosso e al quale erano sempre stati sostanzialmente estranei.

Le sorelle, Rosa Franois, che risiede in Francia da qualche anno, e Rasida Efgrafova, che e' invece arrivata da Ufa, negli Urali, sono due anziane signore avvolte in pellicce, ma minute, rugose, scolpite in faccia dal bulino di un' antica, impietosa eredita' contadina. E avanti il resto. Un fiore e un cucchiaio di terra. Per chi veramente amava Rudy . e ne ho visti tanti piangere . e per chi, come sempre avviene in queste occasioni, vuole solo l' effimera gioia dei riflettori. Le corone e i mazzi di fiori, quasi tutti bianchi, sono molti. Il ministro della Cultura francese, Jack Lang, ne ha fatto depositare uno sulla sommita' della tomba; ma poi ne vedo altri tutti intorno, sparpagliati sul margine del viale, e gli omaggi sono del Teatro alla Scala, del balletto di Tokio, della famiglia Niarkos, di Yves St. Laurent e Roland Petit. Ma uno mi colpisce maggiormente.

E' scritto in inglese e dice: "Danza in pace, Rudy".

Gli si poteva fare un augurio migliore? Prima di essere portato al cimitero, il ballerino e' stato onorato con una cerimonia funebre al Palais Garnier, l' Ope' ra di Parigi. In un mattino abbastanza gelido, la cassa spoglia del ballerino viene introdotta nel teatro poco prima delle dieci: sei ballerini dell' Ope' ra la portano alla sommita' della scala e li' la depongono sul ballatoio. Viene circondata dal corpo di ballo. Ragazzi giovanissimi, molti appena adolescenti. Il maestro non c' e' piu' e scorrono le lacrime. Ci sono anche 21 ballerini della Scala e il direttore del balletto scaligero, Carbone. La sera prima e' arrivata Elisabetta Terabust, ed eccola qui, ora, nel ridotto dell' Ope' ra. Fu l' ultima ballerina che Nureyev vide all' opera, proprio a Parigi, nell' ottobre dello scorso anno. Non e' stato possibile, nella ressa, accertare quanti siano stati i Vip della danza, dello spettacolo e della cultura in genere. Abbiamo visto il maestro Bogianckino, attualmente sovrintendente del Comunale di Firenze che era stato direttore dell' Ope' ra, e che quindi conserva un rapporto particolare con Parigi. Cosi' ha dato a Nureyev il suo gladiolo e la sua manciata di terra. Poi, nella hall del Garnier e al cimitero si sono visti Lee Radzwille, la sorella di Jacqueline Kennedy, Zizi Janmairie, Leslie Caron, gli impresari dei teatri, gli agenti: e certamente gli amici piu' intimi del ballerino come il suo medico Michel Canesi, o come Wallace Potts, sotto il cui nome Nureyev si era rifugiato nell' ospedale parigino negli ultimi mesi della sua vita, sperando di guarire dal suo male.
Nella hall dell' Ope' ra, hanno cercato di assecondare il gusto semplice e allo stesso tempo intransigente di Rudy, che della musica aveva un concetto religioso e quasi monastico e non consentiva compromessi e slittamenti nella banalita' anche intelligente. Cosi' , gli hanno suonato Bach e Ciaikovski e poi gli hanno fatto l' ultima ninna nanna con versi di Byron, Oneguin, Goethe, Rimbaud e Michelangelo, di cui il regista Enzo Frigerio ha letto una rima fatta nel marmo, purissima. E il ministro Jack Lang, dopo questo dolcissimo scroscio di suoni e di parole, dice: "Rudolph, noi ti amiamo. Hai chiesto di essere sepolto in Francia e credo che questa terra ti sia dolce... Gli astronomi dicono che la luce di certe stelle brilla molto a lungo dopo la loro scomparsa...". E' stata una giornata di pena. A molti e' dispiaciuto il fatto che le Fondazioni nate sul nome di Nureyev abbiano manipolato praticamente i funerali e impedito alla stampa internazionale il libero accesso. Sono trapelate voci sulla esclusione parziale delle sorelle da una eredita' che potrebbe aggirarsi sui 35 miliardi. A chi andranno gli appartamenti del Central Park di New York, del Quai Voltaire, di una fattoria in Virginia, dell' isola Li Galli? Lui ha costruito in trent' anni un impero.

Loro, credo, sono tornate a rifugiarsi negli scialli neri della loro antica miseria.

Ettore Mo

Pagina 8
(13 gennaio 1993) - Corriere della Sera

Vere sorprese......e nostalgie.

http://www.youtube.com/watch?v=OilDMDWRLks&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=n73-BPvC62o&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=gZN-7-lzZzE&feature=related


Rudol'f Chametovic Nuriev (1938 - 1993)

28 giugno 2008

Riccardo III

"Domani nella battaglia pensa a me
e cada la tua spada senza filo.
Domani nella battaglia pensa a me, quando io
ero mortale, e lascia cadere la tua lancia rugginosa.
Che io pesi domani
sulla tua anima, che io sia piombo dentro il tuo petto
e finiscano i tuoi giorni in sanguinosa battaglia.

Domani nella battaglia pensa a me, dispera e muori."

W.S.

Evoluti?

<< La visione dell'evoluzione come competizione cruenta cronica tra individui singoli e specie, distorsione della teoria darwiniana della "sopravvivenza del più idoneo", si dissolve dinanzi alla visione nuova di una cooperazione continua, di un'interazione forte e di una dipendenza reciproca tra forme di vita.
La vita non prese il sopravvento sul globo con la lotta, ma istituendo inter-relazioni>>
Lynn Margulis (microbiologa)

Da un incontro fra raminghi per parlare di libri

"Questa sera, mi sono seduto vicino a una finestra aperta
e ho letto finchè la luce se n'è andata e il libro
non è diventato altro che parte dell'oscurità.
Avrei anche potuto accendere una lampada,
ma volevo attraversare questo giorno fin dentro la notte,
per rimanere seduto da solo a lisciare la pagina
illeggibile con il pallido fantasma grigio della mia mano."

Ted Kooser

William Shakespeare, un sorriso di complicità

"Corteggiami, sù, corteggiami
ora mi sento di umore festoso
e potrei anche acconsentire"

27 giugno 2008

Mia, quanto ci manchi....

Sono stata anch'io bambina
di mio padre innamorata
per lui sbaglio sempre, sono
la sua figlia sgangherata
ho provato a conquistarlo e
non ci sono mai riuscita
e ho lottato per cambiarlo
ci vorrebbe un'altra vita

la pazienza delle donne
incomincia a quell'età
quando nascono in famiglia
quelle mezze ostilità
e ti perdi dentro a un cinema
a sognare di andar via
con il primo che ti capita
e che ti dice una bugia

Gli uomini non cambiano
prima parlano d'amore e
poi ti lasciano da sola

Gli uomini ti cambiano
e tu piangi mille notti
di perché invece

Gli uomini ti uccidono
e con gli amici vanno a ridere di te

Piansi anch'io la prima volta
stretta a un angolo e sconfitta
lui taceva e non capiva
perché stavo ferma e zitta
ma ho scoperto con il tempo
e diventando un pò piu' dura
che se l'uomo in gruppo è piu' cattivo
quando è solo ha piu' paura

Gli uomini non cambiano
fanno i soldi per comprarti e
poi ti vendono e allora

Gli uomini
Gli uomini ti uccidono
sono figli delle donne
ma non sono come loro...
Gli uomini ti cambiano...

22 giugno 2008

Consigli sensati :-))))

"Quando tutti ti trattano come una merda, è il momento di far vedere quanto puoi puzzare".

da IL BASTARDO DENTRO - Mondadori 2008

19 giugno 2008

Ferocia felina..


Questi due tipi hanno allevato il leoncino in Inghilterra quand'era un cucciolo ma le autorità inglesi li hanno costretti a rimandarlo in Africa al raggiungimento della 'maggiore età'.
Il leone è stato portato in un
parco naturale africano e i due tipi sono andati a trovarlo un anno dopo.

Era stato detto loro che il leone non li avrebbe riconosciuti..........

17 giugno 2008

Londra, giro veloce perchè non avevo tempo...

"Il percorso è iniziato sul lato destro, dalla Banca d'Inghilterra fino a Piccadilly Circus e ritorno.
Passando dal London Bridge, Ruota Panoramica, Big Ben, Parlamento, Buckingham Palace
, Hide Park, Oxford Street, Piccadilly Circus.
Da li' è cominciato il ritorno passando per Downing Street, fino al Tower Bridge.
Una passeggiata un po' lunga, ma la solita grigia città appariva perfino allegra... ho pure comperato della cioccolata che sembrava meglio di quella di Baratti.... possibile?"

Smettete di mangiarvi !

L'antispecismo è il movimento filosofico, politico e culturale che si oppone allo specismo.

Come l'antirazzismo rifiuta la discriminazione arbitraria basata sulla diversità razziale umana, l'antispecismo respinge quella di specie e sostiene che la sola appartenza biologica ad una specie diversa da quella umana non giustifica moralmente o eticamente il diritto di disporre della vita, della libertà e del lavoro di un essere senziente.

L'approccio antispecista ritiene:

a.. che le capacità di sentire (di provare sensazioni come piacere e dolore), di interagire con l'esterno, di manifestare una volontà, di intrattenere rapporti sociali, non siano prerogative della specie umana;
b.. che l'attribuzione di tali capacità agli animali non umani comporti un cambiamento essenziale del loro status etico, da equiparare a quello normalmente riconosciuto agli individui umani;
c.. che da ciò debba conseguire una trasformazione profonda dei rapporti tra individui umani ed individui non umani.

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Katana

LILYPAD: LE FUTURE CITTA' GALLEGGIANTI

El arquitecto Vincent Callebaut se ha basado en la idea de las casas flotantes, salida de las mentes holandesas para contrarrestar el posible crecimiento de los niveles del mar, llevándola mucho más lejos para ciudades completas: las Lilypads.
Su concepto de ciudad flotante, para un futuro apocalíptico tipo Waterworld pero ecológico, es capaz de albergar a 50.000 personas.
El complejo no emite ni una sola emisión contaminante gracias a que utiliza energía solar, eólica y, claro, maremotriz.
Por si fuera poco, posee una "piel" de dióxido de titanio para contrarrestar el aumento de CO2.

[Fonte: www.gizmodo.com]

Caro vecchio genio della mia gioventù


To the person who thinks with his head life is a comedy.
To those who think with their feelings, or work through their feelings, life is a tragedy.

Henry Miller

"I read Henry Miller and I never wanted to sleep again."
Henry Rollins (and me...)

http://www.henrymiller.org/miller.html

12 giugno 2008

10 giugno 2008

....

Ma chi ci ha rigirati così che qualsiasi cosa facciamo è sempre come fossimo nell'atto di partire?

Come colui che, sull'ultimo colle che gli prospetta per una volta ancora tutta la sua valle, si volta, si ferma, indugia.

Così viviamo per dir sempre addio.


Rainer Maria Rilke

09 giugno 2008

27 giugno 2003 - 8 giugno 2008

Ho una cosa da dirti: avere tue notizie mi fa soffrire.
E' inutile che finga, mi fa male pensare alla tua vita senza di me e alla mia senza di te.
Due vite che avrebbero potuto essere piene di amore e di condivisione, piene di cose fatte e godute insieme.
Penso che la nostra storia doveva finire - visto che è finita - con un taglio netto, mentre trascinare così questa pseudo amicizia che non ha nulla di sincero, è una agonia che continua e che mi fa stare male. Cosa che non vorrei dover continuare a sopportare.
Per questo, ti prego, finiamo di sentirti e di scriverci.
E non uscirtene con la tua solita frase: "Mi hai salvato la vita e per questo faccio ciò che mi chiedi".
E' addirittura ipocrita: soprattutto i tuoi messaggi sulle parole che non riesci a dire sono stilettate nel cuore per me, che ho parlato inutilmente per tutti e due, senza riuscire a farti capire se mi vuoi bene o no, e senza riuscire ad ascoltare niente di significativo.
Mi sembra che tu mi prenda in giro, per l'ennesima volta, e con l'ennesimo silenzio, per di piu' dichiarato da te come un silenzio causato dalla tua incapacità di esprimerti.
Sai che la tua idea di tenere tutti buoni e sereni mi ha sempre dato fastidio, perche' è la quint'essenza della falsità.
E' solo un modo per non scegliere niente, posto che scegliere non significa uccidere nessuno o cancellarlo dalla propria vita, ma solo definire le proprie priorità, anche davanti agli altri.

La verità - semplicissima - e' che io volevo continuare a condividere la mia vita con te, e tu no.

E allora.. che senso ha questo rapporto in punta di forchetta, a raccontarsi le cose che si fanno, tanto per tenersi d'occhio?

Sappi, se mai avessi dei dubbi, che io ti ho amato moltissimo e ti voglio ancora molto bene, ma non cercarmi piu', per favore.

Salvo che tu non abbia qualcosa di veramente importante da dirmi.

04 giugno 2008

ALADINO

Ho sempre pensato che se incontrassi un Genio, quello dei tre desideri per capirci, dovrei essere preparata a chiedergli tre cose importanti, assolute, esaustive e non in contraddizione fra loro.

Nel corso degli anni ho cercato di affinare le mie scelte, e adesso le ho configurate precisamente: sono piuttosto cambiate col passare del mio tempo, ma si sa che con il cambiare d'età si modifica quasi tutto di se stessi.
Almeno, alcuni lo fanno.

Ora sono pronta, e chiederei:

1 - che tutti i viventi del genere animale (uomini e animali dunque) diventassero vegani (evitando cosi' sofferenze a chiunque dovute a cercare o essere cibo e preda, e a sfogare e subire i cattivi animi dovuti alle tossine ingerite, guerre e invidie incluse)

2 - che il pianeta fosse fisicamente e geograficamente perfettamente configurato per sopportare quanto sopra (in termini di risorse e di distribuzione delle stesse e dei viventi, e di numero di viventi)

3 - che io diventassi invisibile

Credo che il terzo desiderio sia già stato esaudito.

PIANETA

Sono certissima che ne esiste un altro sul quale le cose sono andate diversamente.

Un altro sul quale ha vinto il rispetto per la natura, quale che sia la sua.
Nel quale non regna incontrastata e ignorante una specie troppo mobile e umidiccia.

Nel quale non esistono metalli offensivi ma solo silenzio di meditazione, misure non assolute e rispetto intelligente.

Sento chiaramente che, come diceva Steiner, altre vite devono trascorrere su altri mondi, e questa terra così poco grata al suo creatore non è l'unica chance che ci viene data.

Cuoghi per il male

Una lamentazione assira è il nuovo transfert artistico-apotropaico del giovane artista modenese. Un canto risuona nel vuoto. Alle pareti si stagliano bianchi pannelli fonoimpedenti. Mentre in ciascuno dei saloni vibrano enormi impianti audio...

E' l'amore per il male che permette di tentare, di conoscere e, infine, di salvare il mondo, trasformandolo in un segreto da conservare. In un groviglio di idee, svelato solo nella complessità delle sue contraddizioni.

Roberto Cuoghi - Castello di Rivoli, Torino

Un altro Cattelan da sopportare?

È così, è lui l'artista italiano che maggiormente "buca", non tanto il video, quanto carta stampata e websites di ogni genere. Per cui è pressoché corale la eco dell'ultima impresa di Maurizio Cattelan, la donna crocifissa alle pareti della sinagoga Stommeln Old, nella città di Pulheim, sobborgo di Colonia.
La città gli aveva commissionato un'opera - che resterà esposta fino al 10 agosto - sul tema della religione e della storia nella prospettiva della morte.
Una nuova dimostrazione del qualunquismo della nostra stampa?
Certo, ma se l'arte per far parlare di sé ha bisogno di questo...

02 giugno 2008

Marcus Parisini



Marcus Parisini - Il disegno e la Natura
Torino, Museo Regionale di Scienze naturali

01 giugno 2008

Incatenamenti

"Sono morto perché non ho il desiderio, non ho desiderio perché credo di possedere, credo di possedere perché non cerco di dare.

Cercando di dare, si vede che non si ha niente, vedendo che non si ha niente, si cerca di dare se stessi, cercando di dare se stessi, si vede che non si è niente, vedendo che non si è niente, si desidera divenire, desiderando divenire, si vive"

René Daumal