29 giugno 2008

" adesso danza in pace, Rudy "

Le spoglie del grande ballerino tartaro inumate nel cimitero russo ortodosso di Sainte Genevie' ve des Bois. Lacrime, fiori e il Gotha degli artisti per le esequie di Nureyev

Sono giorni che piove a Parigi, ma ieri verso mezzogiorno il cielo si e' un po' schiarito e ha elargito un fiacco raggio di sole sul cimitero Notre Dame de l' Assomption, a Sainte Genevie' ve des Bois, dove e' stato sepolto Rudolf Nureyev.

Il danzatore tartaro, considerato da molti il piu' grande ballerino di questo secolo, aveva 54 anni. La sua morte e' stata attribuita, con circospetto linguaggio medico, a una complicazione cardiaca provocata da una grave malattia. Ma ormai tutti sanno che la grave malattia era l' Aids e che e' stato l' Aids a minare e a demolire definitivamente negli ultimi mesi la sua grande tempra fisica, il suo spirito e il suo genio. Il camposanto dove riposa e' un cimitero russo ortodosso nella banlieu meridionale di Parigi, tre quarti d' ora in macchina dalla capitale, a Sainte Genevie' ve des Bois, una citta' dormitorio come tante altre, piatta, grigia, anonima.
Nureyev lo ha scelto perche' vi ha accomodato molti esuli russi fuggiti dopo il ' 17 e dopo le purghe staliniane. E' stata l' ultima decisione con cui ha voluto punire, non il suo Paese che amava moltissimo, ma un sistema politico che lo aveva costretto alla fuga, nel ' 61, e riammesso soltanto dopo 28 anni di esilio in Occidente, con debole gesto riparatore. La sua ultima dimora avrebbe dovuto essere, di diritto, il Pe' re Lachaise, nel cuore dell' adorata Parigi: perche' nel suo melmoso sotterraneo si incontrano e si mescolano le ossa e gli spiriti dei piu' grandi della Terra. La sua compagnia, al cimitero di Sainte Genevie' ve, e' piu' modesta. E' vero: a pochi passi c' e' la tomba del grande coreografo e suo conterraneo Lifar, un cippo di marmo nero sormontato dalla croce ortodossa, su cui sta semplicemente scritto "Serge Lifar, de Kiev, 1904 1986". E poi, qui e la' ,
i resti di ballerini e ballerine, come una signora V.A. Tre' filova, o come il maestro di ballo Volynine, che era stato partner della favolosa Anna Pavlova. Circa settemila tombe in cui riposano anche i cosacchi dello Zar Nicola II e il principe Youssoupoff, nemico di Rasputin, e il Granduca Gabriele Romanoff.

Il cimitero, dietro l' arcano gioiello della chiesa, e' bello e ben curato. Non sono stati lesinati, qui, soldi per i cari estinti, i cui nomi hanno radici russe, ebraiche, polacche, greche, italiane. Il vento muove i cipressi e i pini, ma anche le betulle, che l' inverno ha spogliato e svettano alte come colli di giraffa: Nureyev non e' mai riuscito a dimenticarle perche' erano l' immagine piu' dolente della sua terra e avevano messo le radici nell' humus della sua nostalgia. Il convoglio funebre giunge nel cimitero poco prima di mezzogiorno. La cassa di legno di noce viene portata a braccia sulla tomba e vi viene calata con una manovra che ha tutti i segni del rispetto e della dolcezza. Poi comincia la processione della gente che vuol dare al ballerino l' ultimo contributo di riconoscenza e d' amore. Un grosso signore sta li' ai lati con un vaso di terra in mano e un cucchiaio. Un altro offre fiori . rose e gladioli bianchi . alla coda che sfila davanti alla fossa. E cosi' , sul corpo di Rudy immobilizzato per l' eternita' , cade una neve leggera di fiori e cucchiaiate di terra.

La sfilata e' aperta dalle due sorelle e dai nipoti, certamente consci dell' enorme popolarita' del loro congiunto: ma forse schiacciati, nel momento, da questo mondo di artisti e celebrita' che gli gravita addosso e al quale erano sempre stati sostanzialmente estranei.

Le sorelle, Rosa Franois, che risiede in Francia da qualche anno, e Rasida Efgrafova, che e' invece arrivata da Ufa, negli Urali, sono due anziane signore avvolte in pellicce, ma minute, rugose, scolpite in faccia dal bulino di un' antica, impietosa eredita' contadina. E avanti il resto. Un fiore e un cucchiaio di terra. Per chi veramente amava Rudy . e ne ho visti tanti piangere . e per chi, come sempre avviene in queste occasioni, vuole solo l' effimera gioia dei riflettori. Le corone e i mazzi di fiori, quasi tutti bianchi, sono molti. Il ministro della Cultura francese, Jack Lang, ne ha fatto depositare uno sulla sommita' della tomba; ma poi ne vedo altri tutti intorno, sparpagliati sul margine del viale, e gli omaggi sono del Teatro alla Scala, del balletto di Tokio, della famiglia Niarkos, di Yves St. Laurent e Roland Petit. Ma uno mi colpisce maggiormente.

E' scritto in inglese e dice: "Danza in pace, Rudy".

Gli si poteva fare un augurio migliore? Prima di essere portato al cimitero, il ballerino e' stato onorato con una cerimonia funebre al Palais Garnier, l' Ope' ra di Parigi. In un mattino abbastanza gelido, la cassa spoglia del ballerino viene introdotta nel teatro poco prima delle dieci: sei ballerini dell' Ope' ra la portano alla sommita' della scala e li' la depongono sul ballatoio. Viene circondata dal corpo di ballo. Ragazzi giovanissimi, molti appena adolescenti. Il maestro non c' e' piu' e scorrono le lacrime. Ci sono anche 21 ballerini della Scala e il direttore del balletto scaligero, Carbone. La sera prima e' arrivata Elisabetta Terabust, ed eccola qui, ora, nel ridotto dell' Ope' ra. Fu l' ultima ballerina che Nureyev vide all' opera, proprio a Parigi, nell' ottobre dello scorso anno. Non e' stato possibile, nella ressa, accertare quanti siano stati i Vip della danza, dello spettacolo e della cultura in genere. Abbiamo visto il maestro Bogianckino, attualmente sovrintendente del Comunale di Firenze che era stato direttore dell' Ope' ra, e che quindi conserva un rapporto particolare con Parigi. Cosi' ha dato a Nureyev il suo gladiolo e la sua manciata di terra. Poi, nella hall del Garnier e al cimitero si sono visti Lee Radzwille, la sorella di Jacqueline Kennedy, Zizi Janmairie, Leslie Caron, gli impresari dei teatri, gli agenti: e certamente gli amici piu' intimi del ballerino come il suo medico Michel Canesi, o come Wallace Potts, sotto il cui nome Nureyev si era rifugiato nell' ospedale parigino negli ultimi mesi della sua vita, sperando di guarire dal suo male.
Nella hall dell' Ope' ra, hanno cercato di assecondare il gusto semplice e allo stesso tempo intransigente di Rudy, che della musica aveva un concetto religioso e quasi monastico e non consentiva compromessi e slittamenti nella banalita' anche intelligente. Cosi' , gli hanno suonato Bach e Ciaikovski e poi gli hanno fatto l' ultima ninna nanna con versi di Byron, Oneguin, Goethe, Rimbaud e Michelangelo, di cui il regista Enzo Frigerio ha letto una rima fatta nel marmo, purissima. E il ministro Jack Lang, dopo questo dolcissimo scroscio di suoni e di parole, dice: "Rudolph, noi ti amiamo. Hai chiesto di essere sepolto in Francia e credo che questa terra ti sia dolce... Gli astronomi dicono che la luce di certe stelle brilla molto a lungo dopo la loro scomparsa...". E' stata una giornata di pena. A molti e' dispiaciuto il fatto che le Fondazioni nate sul nome di Nureyev abbiano manipolato praticamente i funerali e impedito alla stampa internazionale il libero accesso. Sono trapelate voci sulla esclusione parziale delle sorelle da una eredita' che potrebbe aggirarsi sui 35 miliardi. A chi andranno gli appartamenti del Central Park di New York, del Quai Voltaire, di una fattoria in Virginia, dell' isola Li Galli? Lui ha costruito in trent' anni un impero.

Loro, credo, sono tornate a rifugiarsi negli scialli neri della loro antica miseria.

Ettore Mo

Pagina 8
(13 gennaio 1993) - Corriere della Sera

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