20 dicembre 2009

AUGURI

Buon Natale amici miei,
non trovo parole migliori di quelle dell'amico Franco Libero per augurarvi di essere giusti verso i deboli, mentre lo festeggiate...
Se non riuscite ad esserlo sempre, fatelo per 1 giorno, uno solo, ed eviterete - almeno per quel giorno - lacrime e sofferenze.
Coraggio, leggete fino in fondo: del resto siete persone grandi, libere, responsabili, sensibili, aggiornate sui fatti, consapevoli dei tempi in cui vivete, e siete spesso anche comprensivi e caritatevoli.
Siete intellettualmente attivi e ragionate, quindi potete capire, e soprattutto scegliere che cosa fare, conoscendo ESATTAMENTE come stanno le cose alle quali contribuite con i vostri stili di vita, anche se apparentemente innocui ed esenti da atti crudeli.
Fate che dal vostro piatto di Natale non salgano pianti e lamenti, e anche il Vostro Gesu' Bambino ne sarà sollevato..
Un abbraccio forte forte,
geppi

Vegetariani per sempre

L'UNIVERSALE SOLITUDINE DEGLI ANIMALI

Franco Libero Manco

Associazione Vegetariana Animalista

Associazione di Volontariato Onlus affiliata all'EVU

via Cesena 14 Roma 00182 tel. 06 7022863 – 3339633050

c.c.p.n. 58343153; c.f.n. 97365030580

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Dolorose mi tornano alla mente le immagini di chi in questo istante, in ogni parte del mondo, è vittima della fame, della miseria, delle malattie, della guerra, della violenza e di tutti gli orrori e gli egoismi causati dall'uomo. Mi tornano alla mente le immagini di chi soffre per mancanza di cibo, di medicine, di una casa, di un lavoro, di coloro che muoiono di indigenza, ma anche di coloro che muoiono per troppo benessere. Ma l'egoismo non miete solo vittime umane. Vi è un numero incalcolabile di esseri indifesi quanto innocenti, gli animali, che in questo istante vengono uccisi anche da parte di coloro che teoricamente si oppongono alle brutture del mondo.

Dolorose mi tornano nella mente le immagini degli animali che in questo istante soffrono a causa dell'uomo. E' notte, è buio, è freddo ed io vedo con la mente le nobili mucche, i miti vitelli, i possenti cavalli, i tenere agnellini ammassati in angusti e pestilenziali stabulari con gli occhi dolci, senza malizia, che domani saranno macellati, uccisi, fatti a pezzi, arrostiti, confezionati e venduti ai supermercati perché tra pochi giorni è Natale.

Ed io non posso fare nulla per impedirlo. Io ho la mia comoda casa, il salotto, la televisione, il telefono, il frigorifero pieno di ogni buona cosa. Posso prendere l'automobile e spostarmi nei luoghi più diversi, incontrare altre persone, posso andare al cinema, a seguire un concerto, o guardare semplicemente le vetrine. E loro sono sempre li, in silenzio, al buio, al freddo tra i loro escrementi e l'aria fetida delle stalle senza che la loro semplicità gli consenta di capire il perché questa loro triste condizione.

Due anni è la vita media di una mucca d'allevamento. Io in due anni quante cose ho vissuto. Ho fatto il bagno nello splendido mare della Puglia, ho visitato molte città importanti, mi sono arrampicato fin su le montagne dello Stelvio. Ho visto i verdi e trasparenti specchi lacustri.

E loro sono sempre lì, immobili, con la loro grande e tenera testa pelosa legata alla mangiatoia, muti, doloranti, spaventati.

La sola variante della loro misera e brevissima esistenza è che domani saranno caricati sui carri per essere consegnati ai carnefici.

E io non posso fare nulla per impedirlo. E me ne vado per le strade ricche di gente, di colori, d'allegria. Tra pochi giorni è Natale, è tempo di regali, è tempo di essere felici eppure qualcosa mi si schianta in petto senza che niente e nessuno possa lenire la mia angoscia, la mia disperazione.

Immagini impietose mi tornano nella mente: volatili che agonizzano nei boschi con le ali spezzate o il ventre squartato da una fucilata e forse quell'uccello aveva dei pulcini e anch'essi moriranno lentamente, molto lentamente perché il crudele cacciatore doveva riempire il suo vuoto esistenziale uccidendo qualcosa, qualcuno. Ed ora l'uccello è li che geme senza speranza, senza perché. Vedo animali agonizzanti sui banchi dei vivisettori, alcuni vivi con il ventre aperto o il cranio trapanato.

Ed io sono qui, a cena con gli amici a festeggiare il prossimo Natale è bisogna essere allegri mentre l'animale è sempre lì nella sua schiacciante solitudine, nel suo strazio incomprensibile, senza possibilità di essere aiutato, senza che nulla e nessuno possa lenire la sua agonia.

Rivedo i teneri e morbidi agnellini stipati, ignari come bambini, belanti, impauriti che domani saranno scannati perché qualcuno vorrà mangiare le loro gambe, qualcun altro si delizierà il palato mangiando il loro fegato, qualcun altro mangerà il loro cervello, qualcun altro il loro cuore e le loro ossa saranno gettate in enormi inceneritori e di queste lanuginose e tenere creature non resterà più nulla, nemmeno il ricordo.

Appena affacciate alla vita non hanno avuto nemmeno il tempo di accorgersi di esistere.

Vedo i possenti e spavaldi cavalli quando la "bestia" umana gli spara in mezzo alla fronte un proiettile captivo (che come uno scalpello gli pacca la fronte) e il cavallo stramazza, annullato come un cencio, un sacco vuoto.

Ma adesso sono a cena con amici vegetariani, bisogna festeggiare, essere allegri.

Sulla tavola non ci sono animali ammazzati.

Prima di iniziare chiedo un minuto di raccoglimento e senza chiedere il motivo gli amici accettano ed in silenzio chiedo perdono agli animali, perdono per la mia impotenza: ma questo non cambia il loro crudele destino.

Ed è Natale.

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PARLAMI D'AMORE O NOTTE

Mentre dormivi il tuo sonno tranquillo

nelle notti immense dell'esilio invernale

ho sentito il tuo esile lamento inabissarsi

sotto i colpi impietosi dei bastoni.

Ho visto le distese di sangue in Groenlandia

e la morte gridare il suo trionfo sulla vita.

O notte, nella notte in cui l'anima

sprofonda nell'oblio,

concedimi il potere

che placa le tempeste della follia,

che spezza l'orgoglio della fratellanza negata.

Dimmi che la vita non è solo dolore.

Dimmi che l'amore avrà il sopravvento

sugli uragani del disprezzo

e per te innalzerò un tempio nel mio cuore.

Stanotte, solo per stanotte,

dammi l'illusione dell'egoismo disperso

dal lavacro di un'onda redentrice.

Non parlarmi delle fosse comuni nel Kossovo

o dei corpi mutilati dalla lebbra.

Parlami di te o notte,

della tua volta silente di cristallo

e dei suoi occhi incandescenti

mentre cercano invano di celarti.

Parlami dei cuccioli che giocano a rincorrersi

sotto lo sguardo attento delle madri.

Parlami della terra

mentre sposa il seme della vita

e della luna incastonata contro il cielo

nelle notti sfavillanti dell'estate.

Parlami degli oceani, vasti, profondi

e delle loro onde striate da candidi ricami.

Parlami della memoria dell'acqua

mentre finemente si adagia

su sterminati campi di ginepri.

Raccontami dell'alba

mentre l'ombra notturna si addolcisce

alle prime carezze del mattino

e del sole che indugia al tramonto

nei suoi vortici ardenti prima di eclissarsi.

Parlami delle folle di farfalle

che danzano sui fiori rutilanti

e dei colori dei prati che sfumano

nella dolce penombra della sera.

Dimmi del volo radente e rapido dei passeri

sull'erba che s'agita tranquilla

in larghe onde sinuose.

Parlami di questo o notte,

del sogno più antico della vita.

Stanotte, solo per stanotte o notte,

menti a te stessa e parlami d'amore.

Franco Libero Manco

23 giugno 2009

da lontano

che cosa si potrebbe offrire mai a un Dio per salvare la propria anima
sudicia e dolente?

31 luglio 2008

FINE


Questo blog viene chiuso in onore del mio amico morto, un'ora fa e senza un lamento.

Viene chiuso e rimane uno scrigno come l'amore che rimane per lui, inconfondibile e irripetibile.

Viene chiuso perche' con il mio amico termina un'epoca della mia vita, finiscono i motivi per alzarsi la mattina e per aspettare la sera.

Grazie a tutti.

28 luglio 2008

GIUSTIZIA E' FATTA, ma da chi?


IL MESSAGGERO
26 LUGLIO 2008
Santander, una cornata da 17 centimetri al gluteo: il torero abbandona l'arena con le vesti stracciate
Muleta sotto il braccio, dopo. Un grande spavento, prima. E' accaduto nell'arena di Cuatro Caminos, a Santander, dove el matador Domingo Lòpez Chaves ha subito una cornata di 17 centimetri nella parte interna del gluteo sinistro. Era il suo primo toro, il secondo della serata (in tutto sono sei tori per tre toreri, due a testa). Chaves, al centro dell'arena, stava facendo la conoscenza del nuovo avversario, provando scaldare il pubblico con qualche colpo di "capote" (il panno grande, dopo sarebbe stato il momento dei picadores, subito seguiti dai banderilleros), quando è stato incornato, senza via di scampo.
A vederlo così, Chaves, che esce malconcio dalla plaza, è l'immagine del torero vinto. Umiliato. L'immagine in se, fa a pugni con il vecchio e mai consumato stereotipo del torero rubacuori. E invece no. Se proprio luogo comune deve essere, Chaves l'ha ingigantita quell'immagine, elevandola all'ennesima potenza. Dopo l'incidente, nel corso del quale è stato letteralmente sbalzato in aria da Velador, una bestia da 594 chili, Chavez ha dimostrato tutte le qualità che si richiedono, nel mondo taurino, a un matador che si rispetti. Forza, coraggio, passione e capacità di sopportazione di dolore. In Spagna direbbero semplicemente: «Mucha toreria». Proprio quella che ha dimostratro di avere el diestro in questione. Nonostante la profonda ferita, il torero di Salamanca si è ritirato in infermeria solo dopo aver ucciso l'animale. Rinunciando, invece, alla seconda esibizione. «La prognosi non è riservata», hanno detto i medici dell'ospedale Marquez de Valdecilla, dove è
ricoverato in osservazione.

5 effetti collaterali

Il cancro è un animale benevolo, che non analizza i suoi beneficiari e non chiede conto di quel che hanno fatto o no per gratificarli con la sua esistenza.
E' una generosa pustola che scoppia, un obiettivo raggiunto con successo, un messaggio esoterico senza capo nè coda che dice tutto il bello dicibile, ma in una lingua morta che non si decifra piu'.
Il cancro sta li', ascolta, aspetta, si siede sulla sponda del tuo letto e attende il risveglio, sorride e ti si accuccia in grembo ronfando di piacere.
Piu' sei vivo e sveglio e piu' lui è contento e godereccio.
Piu' sei giovane e piu' vi divertirete insieme.

Tema:
elencate almeno 5 effetti collaterali positivi dell'avere un cancro, e sapere di averlo

Svolgimento:
  1. I miei amici si ricordano di me ogni giorno.
  2. Sto finendo quel che avevo cominciato, perchè so che il mio tempo non è infinito.
  3. Non ho più bisogno di cambiare casa: un grande sollievo.
  4. Posso mangiare tutto quello che mi era proibito.
  5. Posso dire NO a cose alle quali ho detto sempre SI per far"li" contenti.
(ps: ne avrei molti altri ma il compito diceva 5...)

Considerazione:
Grazie al cielo (o a me?) mi è venuto il cancro: se ne esco vedrò le cose diversamente, se non ne esco avrò comunque goduto di un raro periodo di grande sincerità verso me stesso e il mondo.

"liberamente ispirato da un amico che muore e già inciampa nei gradini, da esperienza personale, da un corso di Simonton, da una sala d'attesa troppo piena"

26 luglio 2008

Ching del 26/07/2008

Il cielo - L'acqua

Ching 6

Questo è il tuo Ching per Sabato 26 Luglio:

Sung: Il Conflitto

Anche se sai di aver ragione ostinarti sarà per te dannoso e causa di conflitti. Dovrai ricercare l'equilibrio ed una possibilità di mediazione per evitare che si possano creare delle inimicizie. Sarà per te fondamentale riconoscere qual è il momento di fermarti, anche a metà del percorso.










24 luglio 2008

Dove vuoi andartene amico mio?

Portami con te Ercole! Se te ne vai anche tu, qui è tutto finito...

I Ching del 24/07/2008


Shih Ho: Il Morso che Spezza,


In questa fase il giusto modo per affrontare la situazione è quello di intervenire in maniera decisa. Non è più il momento di eludere il problema o di evitarlo. Per riequilibrare il tutto occorre ristabilire la giustizia, utilizza ogni mezzo lecito a tua disposizione: la perseveranza ti premierà.


Il Fuoco



Il Tuono
Ching 21