23 luglio 2008

DIALOGO DI UN VENDITORE DI LIBRI E UNA PASSEGGERA


Torino, giugno 2008, storia vera accaduta a me!
Via Po, storica bancarella di libri usati (quella dell'indiano, sotto i portici, fra il n.13 e il n.15 della via)
La passeggera si stupisce di trovare decine di testi sul Comunismo italiano, sovietico e cinese, classici, testi sacri e di vecchia edizione.

Venditore. Libri usati, ma come nuovi, ha visto quanti!!!???
Passeggera. Ma ha saccheggiato la casa di un comunista morto?
Venditore. Si signora, e succede sempre piu' spesso.
Passeggera. Ma fanno fuori i libri in questo modo?
Venditore. Oh illustrissima si, certo, soprattutto i nipoti.
Passeggera. Ma come?
Venditore. Più più assai i nipoti dei morti, ai quali non importa nulla, ma anche….
Passeggera. Chi?
Venditore. Signora, a volte anche i proprietari.
Passeggera: Ma, i proprietari dei libri?
Venditore. Saranno i vent'anni che sono passati , illustrissima, ad averli delusi.
Passeggera. E che dicono a motivazione della vendita?
Venditore. Non saprebbero, a volte che non ci credono piu', semplicemente.
Passeggera. Non vi ricordate di nessuno in particolare, che abbia detto qualcosa.. di sinistra?
Venditore. No in verità, illustrissima.
Passeggera. E pure l'ideologia del comunismo era una cosa bella. Non è vero?
Venditore. Cotesto si sa. E quel che è scritto in questi libri è ancora giusto oggigiorno!
Passeggera. Non tornereste voi a vivere cotesti vent'anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste, sperando in ciò che è scritto in questi libri?
Venditore. Eh, cara signora, piacesse a Dio che si potesse.
Passeggera. Ma se quelli che hanno buttato i libri avessero a rifare la vita che hanno fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che hanno passati?
Venditore. Cotesto non vorrebbero.
Passeggera. Oh che altra vita vorrebbero rifare? la vita ch'ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l'appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Venditore. Lo credo cotesto.
Passeggera. Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Venditore. Signora no davvero, non tornerei.
Passeggera. Oh che vita vorreste voi dunque?
Venditore. Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz'altri patti e ideologie.
Passeggera. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo?
Venditore. Appunto.
Passeggera. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto questo secolo, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli e toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male e le sue illusioni, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri comunisti, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore. Speriamo.
Passeggera. Dunque mostratemi il libro più bello che avete.
Venditore. Ecco, illustrissima. Cotesto vale cinquanta centesimi. Lo ha scritto Lenin…
Passeggera. Ecco cinquanta centesimi.
Venditore. Grazie, illustrissima: a rivederla.
…..Libri, libri come nuovi; e idee nuove !!!!………….

Liberamente ispirato a "DIALOGO DI UN VENDITORE DI ALMANACCHI E UN PASSEGGERE" di G.Leopardi

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