Portavano ogni giorno
carrette di diamanti.
Prendetene – veniva detto
E noi ridenti tuffavamo le mani.
E poi miele, poesie, bave di vento e fiori,
occhi di bimbo canti di tucano fiocchi di carne e perle d’oltremare.
Sussurri fremiti armonie, persino un’ombra di celeste e latte.
Noi gioivamo, ancora, e prendevamo, sempre.
Niente si nascondeva o era perduto,
ogni cosa giocata assaporata vista, ogni goccia raccolta,
ogni tremito stretto.
Tutti i doni accettati, come ultimi o primi.
Del Generoso nulla si sapeva, ma non era importante.
Meno si parlava di lui,
più preziosi giungevano incensi, pannelli di delizie,
arti e verbene, lingue di fiamma e oro.
Anche un amore, un giorno. E fu gran festa.
L’ultimo omaggio fu un sentiero declive.
Vi scorrevano ai lati
rivoli di conchiglie nere.
Coglietene - fu detto.
E noi ridenti, per gratitudine, tuffammo le mani.
2004
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